In una delle sale piccole messe a disposizione dal Providence Hotel, la HPL Games ha predisposto il proprio punto vendita.
Niente di eccezionale: una stanza 5x5 con alcuni tavoli e varie scatole in esposizione. Preso d'assalto già il sabato dai vari appassionati che hanno partecipato all'evento, il negozietto improvvisato ha ormai esaurito il grosso dei propri pezzi, ma non ha terminato le vendite.
Due ragazzi si aggirano infatti per la stanza, interessati ad acquistare qualcosa, con espressioni diametralmente opposte sul viso.
D.B. è corrucciato, lo sguardo distratto salta da una copertina all'altra senza mostrare un reale interesse. Il suo interesse era nel torneo di The Seven Dragons, gioco di carte nel quale eccelle ma che lo ha tradito la sera prima: un certo Nanna lo ha eliminato per una manciata di punti e la delusione, nonostante una notte di sonno in più, non lo ha ancora abbandonato. Avrebbe potuto provare qualche gioco nuovo, ma l'apatia mattutina lo ha spinto a vagare per l'albergo svogliatamente.
Sgrulf è invece entusiasta come un bambino in un negozio di caramelle: quella di Ludikham è la sua prima convention del settore e ha passato il sabato a provare e comprare giochi senza sosta. La domenica è iniziata allo stesso modo e, dopo aver vinto contro i suoi amici un'avvincente partita di Intrigo in borsa, un semi-cooperativo gestionale di piazzamento lavoratori con bluff e investigazione, è corso fino al punto vendita per accaparrarsi una delle ultime copie rimaste. Ad attenderlo al bancone c'è Giovanni, il commesso della HPL Games: un uomo di mezza età , occhiali spessi e calvizie dilagante.
"Sono 75 euro, vuoi anche un pacco regalo?"
"No, no, grazie: il regalo è per me!"
In attesa della ricevuta, Sgrulf si guarda intorno in cerca di altri acquisti, mentre D.B. si avvicina all'uscita. D'un tratto, il buio e un urlo.
Le luci si riaccendono dopo qualche secondo e il punto vendita della HPL Games è diventato un altro luogo. Solo le dimensioni della stanza sono rimaste le stesse: niente più tavoli, niente più giochi, bensì una grande caldaia arrugginita, imbullonata in un pavimento scalcinato e incrostato di sporco e con numerosi tubi incassati nei muri. Una lampadina sfrigolante attaccata ad una delle pareti è l'unica fonte di luce.
C'è poco spazio per Sgrulf e D.B., la caldaia occupa più di metà della stanza e nessuna porta si vede dal loro lato.
E dall'interno della caldaia arriva un lamento metallico, oltre ad alcuni colpi secchi.