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Autore Topic: Una parola al giorno  (Letto 128316 volte)

Offline Moon

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #90 il: 20 Ottobre 2015, 16:30:08 »
Io non commenterò :look:

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #91 il: 21 Ottobre 2015, 10:16:41 »
Ciarlatano
[ciar-la-tà -no]

SIGN Imbonitore, venditore ambulante; imbroglione, impostore

derivato di [cerretano], probabilmente incrociato con [ciarlare].

Nelle città  medievali capitava spesso che arrivassero venditori ambulanti, commercianti viaggiatori - molte volte, l'unico contatto economico con l'esterno.
E spesso, questi tentavano di approfittarsi dei locali vendendo rimedi miracolosi, merci straordinarie,
inventando storie di fantasia e spacciandosi per persone che non erano, con grande abbondanza di chiacchiere.
Ora, fra i primi a svolgere questo tipo di traffici su e giù per lo Stivale ci furono gli abitanti di Cerreto di Spoleto,
splendido borgo umbro, tanto che l'intero tipo di commercianti di questo genere prese il nome di "cerretano".
questo nome, in breve, mutò forma in "ciarlatano", probabilmente perché incrociato col verbo "ciarlare": nessuno ciarlava come i cerretani.
Oggi la natura del ciarlatano non è cambiata poi molto: resta il venditore ambulante che imbonisce con furbizia la platea di un mercato, il medico che spaccia con eloquenza rimedi alternativi come straordinariamente efficaci, il politico doppiogiochista che persevera nel fare lunghe promesse:
l'intento del ciarlatano è sempre chiaramente truffaldino, e lui finisce per essere un impostore, una contraffazione di ciò che ci si aspetta che sia.
(Però la figura dell'antico ciarlatano, anche se non è positiva, è favolosa e suggestiva, tanto lontana che è quasi difficile da immaginare: spostarsi da una città  all'altra in un mondo frammentato e senza comunicazioni, e un carro, un abito solenne o di foggia orientale, un nome e un titolo fascinoso - dottor Dulcamara? - e una parlantina arguta bastano a spacciarsi per un sapiente, magari arrivato dall'altro capo del mare, vendendo filtri d'amore ed elisiri di lunga vita, portando truffe e magie in un viaggio libero e rischioso sotto il cielo.)
La certezza della sconfitta non è una ragione per non combattere (o non giocare a seasons)

Offline momo

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #92 il: 21 Ottobre 2015, 10:16:51 »
ma non lo sapevo!!!!
Figo! :)
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Offline Moon

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #93 il: 21 Ottobre 2015, 10:19:45 »
Saran contenti gli abitanti di Cerreto!

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #94 il: 21 Ottobre 2015, 10:21:43 »
devono essere orgogliosi secondo me!
a parte l'aver dato un nome che usiamo tutti e poi il ciarlatano deve essere molto intelligente e scaltro
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Offline momo

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #95 il: 22 Ottobre 2015, 10:45:55 »
Ubiquità 
[u-bi-qui-tà ]
SIGN Onnipresenza; facoltà  soprannaturale di trovarsi in più luoghi contemporaneamente
dal latino medievale [ubiquitas], derivato del latino [ubique] 'in ogni luogo'.

La locuzione "avere il dono dell'ubiquità " quasi esaurisce statisticamente l'uso di questa parola.
Ma è versatile, ed è un peccato che sia imprigionata in locuzioni stereotipate.
L'ubiquità , propriamente, è l'onnipresenza:
 in questo senso si può parlare dell'ubiquità  di Dio, o dell'ubiquità  di piante o animali che sono presenti (quasi) su tutto il globo - come gramigna, mosche, topi e umani (che crema...!). Questo dovrebbe essere il senso principale.
Ma più comunemente questa parola si riferisce alla capacità , divina o magica, di trovarsi contemporaneamente in due o più luoghi,
che propriamente si chiamerebbe 'bilocazione' o 'multilocazione':
il richiamo al "dono dell'ubiquità " è infatti solitamente incluso in frasi come
«Non posso andare anche a quelle feste, stasera, non ho il dono dell'ubiquità !».
Curiosamente, si tratta di una dote soprannaturale che nella nostra tradizione non ha mai avuto l'odore solforoso della stregoneria:
infatti è una capacità  che si attribuisce a molti santi cristiani - e anche in oriente è spesso collegata a figure di alto spessore mistico.
Ovviamente si tratta di una fanfaluca priva di riscontri scientifici; ma anzi proprio per questo trasmette un'ironia gagliarda.
Recuperando il significato proprio di 'onnipresenza', si può parlare del conferenziere ubiquo presente a una sovrumana raffica di incontri su tutto il territorio nazionale; dell'ubiquità  di un prodotto che si trova venduto sotto casa nostra e nel mercatino dall'altra parte del mondo;
dell'ubiquità  del faccendiere, il cui nome emerge in una quantità  di indagini fra loro, inizialmente, non collegate.
Infine, rispetto al sinonimo 'onnipresenza', troviamo che la parola 'ubiquità ' suona più simpatica, meno solenne e al tempo stesso più ricercata.
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Offline Lucky

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #96 il: 22 Ottobre 2015, 15:11:09 »
mia madre lo dice spesso! ^^

Offline momo

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #97 il: 22 Ottobre 2015, 15:12:23 »
pure io :)
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Offline momo

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #98 il: 26 Ottobre 2015, 12:12:56 »
Metafora
[me-tà -fo-ra]
SIGN Figura retorica che consiste nella sostituzione di un termine con un altro secondo analogia,
rispetto a cui è sottintesa una similitudine; traslato
dal greco [metaphorà ] trasferimento, composto da [meta] oltre e [phero] portare.

Questo è un caso in cui inquadrare un processo linguistico come figura retorica ti dà  la netta impressione di essere riduttivo.
Infatti la metafora non è un mezzo espressivo qualunque, né è un semplice vezzo.
È un metodo di arricchimento del pensiero attraverso la ricombinazione di elementi comuni.
Pervade incessantemente la lingua e il pensiero: in auto sono un fulmine, l'azienda è piena di squali, l'entusiasmo arde;
in generale, parte rilevante delle espressioni linguistiche a cui ricorriamo, consapevolmente o no, è metafora.
Si trova spesso scritto che si tratta di una sostituzione fra termini: a uno consueto e lineare se ne sostituisce uno deviante.
Per dirla con Aristotele, consiste nel trasferimento del nome di una cosa ad un'altra cosa.
Fra questi termini c'è una particolare affinità  semantica, rivelata e cavalcata dalla metafora
(che ovviamente non può cavalcare, è una metafora).:)
 Questo è un procedimento straordinariamente complesso:
 un'analogia intuita ed espressa fornisce un'informazione nuova sommando immagini diverse.
Qualcuno potrebbe pensare che dopotutto è solo una similitudine implicita, priva di avverbi di paragone, un collegamento intelligente, evocativo o divertente: potrei ben dire che guido veloce come un fulmine,
 i capi sono spietati come squali, l'entusiasmo è vivido come una fiamma.
Ma sarebbe un pensiero poco perspicace.
È proprio l'ellissi, il gradino mancante che richiede il salto a fare della metafora uno strumento di collegamento intuitivo, di riorganizzazione fra luoghi comuni.
Nel cammino lineare si scava un sentiero consueto; col salto, è più facile deviare e determinare un'invenzione poetica - che non è solo interessante a fini estetici o narrativi.
 Locupleta una linea di pensiero.
Inoltre è più frizzante e interessante; provate a chiedere a qualcuno di fare un salto: avrete la sua piena attenzione.
Così, se dico che in auto sono un fulmine intendo che sono veloce, ma i più acuti mi diranno «Ti schianti sugli alberi?»;
se dico che il capo è uno squalo richiamerò una galassia di luoghi comuni relativi agli squali che va molto, molto oltre la spietatezza;
e nella mente l'entusiasmo che arde si sovrappone subito alla fiamma, al suo simbolo, alle sensazioni che tutti vi ricolleghiamo.
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Offline momo

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #99 il: 26 Ottobre 2015, 12:13:16 »
mi piace proprio come scrivono, sti tipi
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Offline Moon

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #100 il: 26 Ottobre 2015, 12:21:42 »
Concordo, bella presentazione!

Offline Helder

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #101 il: 26 Ottobre 2015, 19:00:36 »
Ed è anche un piatto tipico della valsugana.

Offline absolute

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #102 il: 26 Ottobre 2015, 19:58:02 »
Ahah, vero, sai che l'avevo rimossa?

Offline momo

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #103 il: 05 Novembre 2015, 10:07:13 »
Paturnie
[pa-tùr-nie]
SIGN Malumore, irritazione, stizza
(quelle che c'ha momo 'sti giorni)
etimologia incerta. Forse si tratta di una sovrapposizione fra [patire] e [Saturno].

Non sarà  una parola aulica, ma è una risorsa interessante, che riserva qualche sorpresa.
Va subito notato che si trova usata quasi esclusivamente al plurale: esisterebbe anche la forma 'paturnia', ma è davvero rara.
Le paturnie sono uno stato di malumore, un po' malinconico e decisamente irritato: si dice che l'amica ha le paturnie, e quindi oggi è meglio assecondarla; (assecondatemi quindi)
giorni dal tempo uggioso invitano paturnie sgradevoli; e ascoltare le declamazioni del sedicente poeta fa venire le paturnie.
L'etimologia non è certa, ma l'ipotesi più accreditata è davvero affascinante: si tratterebbe di una sovrapposizione fra 'patire', cioè soffrire, e 'Saturno'.
(c'ho Saturno contro praticamente)
Che c'entra Saturno? Semplice: in astrologia, a questo pianeta sono ricollegati influssi malinconici.
Quindi la persona che ha le paturnie sarebbe presa da un sentimento un po' sofferente del tipo che suscita Saturno.
Insomma, una parola molto eloquente: è spesso da un sentimento un po' scuro che scaturiscono le spiacevolezze di stizza e irritazione.
E andrebbero quindi considerate con gentilezza.


 :asd:
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Offline Moon

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Re:Una parola al giorno
« Risposta #104 il: 05 Novembre 2015, 10:14:18 »
Saturno è il mio pianeta.
Ho deciso autonomamente così quando ho scoperto che era il pianeta dei malinconici.